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Germaine Lecocq... perchè?

Germaine Lecocq fu moglie del grande partigiano, sindacalista e uomo politico del PCI, Giorgio Amendola.

La storia d'amore tra i due iniziò, durante il fascismo, quando Amendola si trovava in esilio in Francia e proseguì in Italia, al Confino a Ponza, dove era stato mandato dal regime fascista e dove i due si sposarono e vissero i primi anni del loro matrimonio. Un amore che durò una vita non poteva che finire nella maniera commovente con cui finì: dopo soli cinque giorni dalla morte del suo amato marito, a 73 anni, stroncato da una malattia, Germaine ... non se la sentì di continuare il proprio viaggio da sola e si spense, di crepacuore nel letto che era stato per cinquant'anni d'entrambi. 


Abbiamo pensato che un esempio d'amore di questo tipo meritasse un omaggio da parte di chi ama lo sport, quello sano, dei valori e dell'impegno. Una prova di fedeltà non poteva trovare un nome migliore di quello di Germaine.

 

Ritratti di donna:Germaine Lecocq
22 agosto 2012 ore 08:34

dal sito blog.chatta.it

L'amore che non lascia scampo, che impedisce di sopravvivere all'oggetto amato non è prerogativa delle Giuliette adolescenti. Così morì disperata Germaine Lecocq, una signora di settant'anni, poche ore dopo aver perso l'uomo della sua vita: Giorgio Amendola ( 1980).

Era stata intensa fin da principio la storia d'amore fra il ventitreenne funzionario comunista in esilio in Francia e la ragazza ventenne, orfana di un minatore. Cominciò la sera del 14 luglio 1931, a Parigi: era festa nazionale, si ballava per strada. In place Beaugrenelle Giorgio scorse quella ragazzina che,accompagnata dalla madre, usciva da un cinema: d'impulso la invitò a ballare e non si lasciarono più.

Non mancarono, tuttavia, periodi di separazione e giorni duri, durissimi. Giorgio , tornato in Italia, era stato incarcerato e poi mandato al confino a Ponza: decise, nonostante tutto, di sposare Germaine che acconsentì . Quando " la parigina" arrivò nell'isola c'era una folla incuriosita che l' aspettava allo sbarco ma, fra la generale delusione, dal traghetto non scese l'immaginata maliarda ma una ragazzina fragile, pallida, smarrita. Pochi giorni dopo, il 10 luglio 1934,Giorgio e Germaine si sposarono in municipio.
Luna di miele al confino ovvero assoluta mancanza di intimità. Avevano assegnato agli Amendola una casa di due stanze infilate una dentro l'altra: alla porta d'ingresso era applicato un grande spioncino. Così la ronda che passava giorno e notte aveva sott'occhio tutto l'interno ed anche le effusioni dei due giovani coniugi . Ma ci si abitua a tutto: dapprima inibiti da questa invasione della privacy, Giorgio e Germaine impararono poi a non curarsene.

Dopo un altro passaggio per il carcere, Giorgio potè lasciare il confino e tornare a Roma come "ammonito"(1937) accanto a Germaine e ad Ada, la bambina nel frattempo nata . Ma la situazione di Amendola si faceva sempre più pericolosa: bisognava espatriare. Si decise che Germaine l'avrebbe fatto legalmente. Funzionò, anche perché quello era stato un periodo burrascoso per i due giovani coniugi, caratterizzato da liti clamorose cosicchè la polizia , convinta che il matrimonio del "comunista" fosse andato a rotoli, autorizzò rapidamente Germaine a tornarsene in Francia con Ada.

Qualche tempo dopo Giorgio riuscì ad espatriare clandestinamente e a riunirsi alla sua famigliola. Dopo gli anni terribili della guerra, cominciò infine la vita tranquilla della coppia, interrotta solo dal grande dolore della perdita prematura di Ada. Ma venne il momento di quel distacco che nessuno può evitare: Giorgio morì ed il cuore di Germaine si spezzò.